Yoga, tai chi e meditazione lasciano la loro firma nei geni e combattono lo stress fin nel DNA

Uno studio pubblicato su Frontiers in Immunology getta nuova luce sugli effetti degli interventi mente-corpo, dimostrando che i benefici di queste pratiche iniziano a livello molecolare.

Yoga e meditazione sarebbero infatti in grado di spegnere i geni codificanti per le citochine, riducendo così lo stato di infiammazione cronica generato da uno stress persistente e prevalentemente psicologico come quello del nostro vivere quotidiano.

Fonte: Quotidianosanità.it – Articolo di Maria Rita Montebelli
I benefici di yoga, tai-chi e meditazione non si limitano a farci rilassare ma potrebbero avere implicazioni ben più profonde. Secondo uno studio inglese pubblicato su Frontiers in Immunology, sembrerebbero infatti in grado di correggere le alterazioni molecolari del DNA causate dallo stress.

I risultati di questa ricerca, condotta dalle università di Covetry e di Radboud, sono frutto della revisione di oltre un decennio di studi sugli effetti delle tecniche ‘mente-corpo’ sul comportamento dei geni.

I 18 studi presi in considerazione e che riguardano un totale di 846 persone, hanno rivelato un pattern di alterazioni molecolari presenti nelle persone che praticano questi interventi mente-corpo (MBI).

In particolare i ricercatori si sono soffermati sull’influenza esercitata sull’attivazione di alcuni geni, e sulla conseguente produzione di proteine che possono influenzare le funzioni biologiche dell’organismo, il sistema nervoso e quello immunitario.

I soggetti esposti ad un evento stressante, presentano un’attivazione del loro sistema nervoso simpatico (SNS), che a sua volta determina un’aumentata produzione di fattore nucleare kappa (NF-kB), una sostanza in grado di regolare l’espressione dei geni.

NF-kB ‘traduce’ gli effetti dello stress a livello molecolare, attivando i geni che codificano per le citochine, proteine infiammatorie che determinano infiammazione a livello cellulare. Questa reazione, di certo utile per fronteggiare un evento stressante, nelle situazioni ‘fight-or-flight’ (lotta-o-fuga), se diventa persistente può portare ad una serie di problemi quali un aumentato rischio di tumori, un invecchiamento accelerato o disturbi psichiatrici, come la depressione.

Secondo i risultati di questo studio invece le persone che praticano un intervento mente-corpo, presentano gli effetti opposti, ovvero una ridotta produzione di NF-kB e di citochine che conduce ad un’inversione del pattern di espressione genica pro-infiammatoria e ad una riduzione del rischio di patologie e condizioni correlate all’infiammazione.

Secondo gli autori, gli effetti infiammatori della risposta ‘lotta-o-fuga’ (che tra le altre cose rinforza temporaneamente il sistema immunitario) hanno giocato un ruolo filogenetico importante, nella preistoria dell’uomo cacciatore-raccoglitore, quando alto era il rischio di infezioni derivanti dalle ferite. Ma nella società attuale, imbevuta di stress prevalentemente psicologico e di lunga durata, l’espressione dei geni pro-infiammatori divenuta persistente sembra determinare piuttosto problemi medici e psichiatrici, piuttosto che proteggere dagli attacchi di qualche belva.

Milioni di persone nel mondo già godono dei benefici dello yoga o della meditazione– afferma Ivana Buric del Brain, Belief and Behaviour Lab del Centre for Psychology, Behaviour and Achievement della Coventry University – ma quello di cui di certo non si rendono conto è che questi benefici cominciano a livello molecolare e possono modificare lo stato di attivazione dei geni.

“Queste attività mente-corpo, ormai molto amate anche in occidente – conclude l’autore del lavoro Ivana Buric – lasciano la loro firma molecolare nelle cellule e correggono gli effetti che lo stress e gli stati ansia esercitano sul corpo attraverso le modifiche all’espressione dei geni.

Queste tecniche insomma sono in grado di indirizzare i processi del DNA in una direzione favorevole al nostro benessere”.

Saranno necessarie naturalmente ulteriori ricerche per comprendere in maniera più approfondita la portata di questi effetti e per confrontarli con quelli esercitati ad esempio dall’esercizio fisico e da una nutrizione sana. Ma di certo si tratta di una scoperta molto intrigante.

Fonti: Quotidianosanità.it – Articolo di Maria Rita Montebelli
Agenzia ANSA del 16.06.2017